NOTAIO E MEMORIA STORICA

Da sempre il notaio ha contribuito attivamente alla creazione della memoria storica.

Gli atti ufficiali sono autentici frammenti di identità storica, sociale e civile sottratti all’usura del tempo e difesi dalle attività fraudolente, destinati ad imperitura memoria grazie all’inesorabile attività del notariato.

NOTAI TESTIMONI DELL’ EVOLUZIONE SOCIALE

Anche se la fides publica giuridica venne riconosciuta ai notai solo in epoca medioevale e il notariato moderno nasce de facto con la Rivoluzione Francese, la funzione notarile affonda le proprie radici nell’antichità.
Nel corso della storia, il notaio ha avuto ruoli, competenze, funzioni diverse. Per individuare un fil rouge dell’attività del notaio, ovvero una traccia evolutiva di questa figura professionale, un punto di partenza è la legge notarile vigente.
L’art. 1 definisce i notai come “ufficiali pubblici istituiti per ricevere gli atti tra vivi e di ultima volontà, attribuire loro pubblica fede, conservare il deposito, rilasciare le copie, i certificati e gli estratti”.
Da questa definizione possiamo individuare due aree tematiche:

  • il ruolo di tutore della volontà, che si confà ad un sentimento intimo dell’essere umano, ovvero il desiderio di esprimere il proprio volere e lasciare traccia del proprio operato.
  • la responsabilità documentale. Questo aspetto, nell’antichità si trasla su un piano molto più “operativo”, legato alla capacità di saper scrivere e mettere nero su bianco quanto stabilito dalla legge o dalle parti. Non è un caso che l’etimologia della parola notaio riportata dall’enciclopedia Treccani è “notarius – chi prende annotazioni durante un discorso”.

Una terza area non esplicitata nella definizione, ma da tenere in considerazione è la conoscenza e lo studio delle dottrine giuridiche.

GLI ALBORI DELLA PROFESSIONE

Agli albori della professione, le attività notarili erano sovrapponibili a quelle degli scrivi.
All’epoca, una bassissima percentuale di persone sapeva scrivere, pertanto era affidato ai “notai” il compito di redigere gli atti.
Successivamente, con la crescita delle competenze in materie legali, i notai divennero parte sempre più attiva della società, nonché tutori della volontà di sovrani e comuni cittadini.

Babilonesi, sumeri, egiziani: addentriamoci nella storia della figura professionale del notaio.

NOTAI NELLA PRIMA CIVILTÀ URBANA

I sumeri, stabilitisi in Mesopotamia nel IV millennio a.c. diedero vita alla prima civiltà urbana.

La struttura sociale era molto arcaica e gli insediamenti contavano un numero esiguo di persone, nonostante questo vi era la necessità di organizzare, attraverso le leggi, la vita civile.
In questa società, possiamo già individuare i primi proto-notai. Questi svolgevano un ruolo molto simile a quelli che oggi definiremmo scribi.
Con dei segni cuneiformi, i notai-scribi sumeri annotavano le transazioni economiche su delle tavolette d’argilla.
Scrivere e non tramandare a voce i contenuti dei contratti, dava forza probatoria in caso di diatribe legale e garantiva il principio di giustizia ed equità nelle pratiche commerciali e nei passaggi di titolo.

NOTAI SCRIBI D’EGITTO

Nel 2750 a.C. in Egitto seppur ancora chiamati “scribi”,  i notai dell’epoca svolgevano attività più associabili a quelle attuali. Ci fu un’autentica evoluzione della figura professionale.
Nell’Antico Egitto possiamo individuare due categorie distinte di scribi:

  • Gli scribi che agivano e operavano in ambito pubblico, ovvero coloro che registravano atti pubblici, trascrivevano i documenti ufficiali del Regno e supportavano l’attività dei magistrati, dimostrando una competenza più profonda in materia di diritto rispetto ai corrispettivi mesopotamici.
  • Gli scribi coinvolti in attività di cittadini privati per cui redigevano testamenti, compilavano atti commerciali; trascrivevano e in alcuni casi leggevano la corrispondenza personale.

In quell’epoca leggere e scrivere era una competenza rara.

LA FUNZIONE NOTARILE SECONDO IL CODICE DI HAMMURABI

Il Codice di Hammurabi è uno dei più antichi testi legislativi della storia, redatto nel 1754 a.C.
Dietro le 8000 parole che costituiscono questo impianto normativo di 282 leggi, vi è il duro lavoro dei notai ante-litteram. A questi, infatti, spettava il compito di incidere sulle tavolette il volere del sovrano dell’epoca.
All’interno del Codice sono presenti anche dei riferimenti espliciti alla funzione notarile: il notaio doveva presiedere la stipula dei contratti. Questo perché era suo dovere e responsabilità riportare le informazioni sulle parti coinvolte, sui termini della transazione e sulla descrizione della stessa.
L’autenticazione del contratto avveniva con l’apposizione dei sigilli sia del notaio che delle parti.
Solo al termine di questa procedura, le tavolette potevano ritenersi autenticate e fungere da registri legalmente vincolanti. Un esempio pratico sono i contratti di dote, che dovevano necessariamente essere corredati di sigilli.

EVOLUZIONE TECNOLOGICA DEI NOTAI

Dalle tavolette di argilla, alla PEC odierna, la pratica notarile ha da sempre aggiornato costantemente i propri strumenti tecnologici per seguire al meglio le evoluzioni storiche di cui i notai sono, sono stati e saranno fedeli testimoni.
I cambiamenti sociali sono infatti repentini e avere il supporto tecnologico più aggiornato facilita notevolmente il lavoro dei notaio.
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